Carissimi amici giovani di Gricignano,

stamattina ho finito di leggere le vostre brevi risposte alle due domande che vi furono consegnate due venerd“ fa’. Per ognuno ho scritto qualche riga di commento e fraterne indicazioni. Non tutti avete indicato il nome, per dimenticanza credo, ma ho cercato di capire dalle cose che avete scritto. Spero di non essermi sbagliato.

Nel vangelo di San Giovanni che avete ascoltato mi colpiscono alcune frasi che insieme a voi vorrei condividere. Vi ricordo che quando ascoltiamo o leggiamo il vangelo dobbiamo SEMPRE considerare cosa sta dicendo a me il Signore. Se ci abitueremo a questo prima o poi riusciremo a sentire quello che Ges vuole.

I Giudei domandano a Ges: “Fino a quando terrai l’animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo dillo apertamente”. A me impressiona molto l’attualitˆÊ di queste parole di San Giovanni. E’ bene ricordare che questo vangelo  stato messo per iscritto all’incirca cento anni dopo Cristo. Quindi tiene pi di 1900 anni! Eppure sembra una delle frasi che tanti di noi pronunciamo nei confronti di Ges anche se in modo diverso: “Signore fino a quando mi lasci nella confusione?‰Û, o “Ges perch non mi togli le difficoltˆÊ?‰Û, o ancora “Mio Dio rendi il mio cammino pi facile, dici una parola chiara”. C’ sempre in ognuno di noi la tentazione di voler avere le risposte cos“ come le abbiamo immaginate noi. Mi piace chiamare tutto questo il finto-cristianesimo delle proiezioni. In pratica: ognuno si forma alcune risposte nella mente e poi pretende che Ges ci dia quel tipo di risposte che noi vogliamo.

Eppure Ges non  che sta zitto, o volta le spalle, o peggio ancora se ne disinteressa. Tutt’altro. Leggiamo infatti: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza”. Cristo parla ieri come oggi, ma non come vogliamo noi. Ci invita per˜ ad imparare il Suo linguaggio, prima di tutto le opere che Egli compie. Queste opere non sono i miracoli, o la fine delle guerre, o la guarigione di tutti gli ammalati… le opere sono i cuori che davvero si convertono, che nonostante la cattiveria presente nella storia continuano a fare il bene, ad amare.

Il punto centrale per˜ di questi primi versetti che avete letto stasera mi sembra per˜ questo: “…ma voi non siete mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Se vogliamo riconoscere la presenza di Dio accanto a noi e nella nostra storia dobbiamo seguirlo, essere sue pecore. In pratica: dobbiamo sviluppare un atteggiamento di fiducia con Lui che  il Pastore e che non pu˜ mai portarci su strade sbagliate. Essere pecore non vuol dire poi perdere la nostra personalitˆÊ, o diventare schiavi… ma  l’esatto contrario: significa seguire Colui il quale sa bene dove sta andando la vita e dove confluirˆÊ tutto il nostro agire. E’ fidarsi di chi ha lo sguardo globale non solo sulla mia vita ma su tutta la storia.

Ora questa fiducia in Cristo  molto difficile impararla da soli. Non  impossibile ma difficile. Da soli ci si arrende pi facilmente, i piccoli scoraggiamenti sembrano enormi. Da solo tutto appare molto pi complicato. Al contrario quando ci ritroviamo a camminare con altre persone che pian piano diventano conoscenti, quindi amici… poi sempre pi stretti (mai troppo azzeccasi per˜!) quello stesso percorso di prima diventa pi sostenibile, meno drammatico. In qualche modo in te si accendono ogni volta nuove speranze.

Sento di dirvelo con molta franchezza e sinceritˆÊ:  bello camminare insieme a voi carissimi giovani di Gricignano. In qualche modo che forse neppure voi comprendete arricchite la mia vita, la rendete pi bella. Quando mi ritrovo con voi a pregare il Signore e poi a parlare, o organizzare o capire come fare le cose meglio mi accorgo che il mio cuore  felice, sta bene, non rischia la solitudine. Questo  un frutto straordinario del nostro stare insieme.

Non ho mai pensato che le persone che fanno un cammino di fede dovessero pensare le stesse cose e parlare allo stesso modo o vestire gli stessi colori. Sai che tristezza! Ma cerco sempre di vedere in ognuno di voi il bene che c’, anche se a volte  sepolto da tante esperienze di diffidenza che la societˆÊ vi impone.

E’ proprio questo nostro camminare insieme che ognuno di voi deve coltivare, desiderare, faticare per ottenerlo. Siate cercatori di questa comunione, non di una totale uguaglianza, ma di una vera comunione di intenti. Ora il fine lo dˆÊ ad ognuno di noi Ges Cristo. Per questo non temete di conoscere pi approfonditamente Cristo.

Devo dirvi che quando ho iniziato il mio cammino vocazionale Cristo mi incuriosiva molto e cercavo ardentemente di capire, conoscere, fare esperienza… Oggi dopo sei anni di formazione e dieci di sacerdozio Cristo mi incuriosisce ancora,  sempre pi forte la sete che sento di Lui. Non che non abbia proprio capito nulla in questi anni. E’ vero che sono anch’io asino in questo senso… ma non del tutto. Voglio dire in pratica che Cristo non lo smetti mai di conoscere perch  sempre di pi quello che ti manca. E’ davvero immenso.

Prima di salutarvi desidero ricordarvi alcune cose.

a)    Sono iniziate le prenotazioni per le Giornate di condivisione dal 25 al 27 aprile prossimi. Da questa sera iniziate anche le prenotazioni presso Rosa con un acconto di 20,00 euro, mentre la somma totale  di 65,00. Abbiamo giˆÊ detto che la cosa  fattibile per tutti e davvero invito tutti a prenotarvi da subito. In special modo mi rivolgo ai pi pigri i quali vivono sempre nell’attesa di chissˆÊ cosa. Queste giornate di condivisione devono essere una gran bella festa spirituale e di amicizia. E la festa non pu˜ cominciare se manchi tu. Per me  cos“!

b)    Sabato 2 febbraio i giovanili Pianura finalmente… mettono in scena l’ultima fatica, lo spettacolo “I 7 vizi capitali”. E’ uno spettacolo completamente inventato. Se qualcuno desidera venire il biglietto costa 6 euro e potete rivolgervi a Nicola direttamente. E’ prevista anche una seconda data.

c)    Mercoled“ 6 febbraio comincia la Quaresima. Vorremmo iniziarla solennemente tutti assieme con la Santa Messa alle 20.45 a Pianura. Fate in modo di organizzarvi e di far sentire il vostro calore e il senso di famiglia San Mattia.

In ultimo vi chiedo una preghiera particolare per me. Mentre scrivevo queste righe sono stato raggiunto telefonicamente dal mio Superiore Generale: mi ha comunicato un nuovo ed impegnativo incarico per la mia famiglia religiosa. Davvero mi sento bisognoso delle vostre preghiere. Mi fido di voi.

Vi abbraccio uno ad uno e vi incoraggio a non mollare. Vi voglio bene,

Vittorio

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